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La corsa agli incentivi per paura di una stretta.

Interi comparti «salvati» dal contributo statale. Ma il vento sta cambiando, a cominciare dai fondi tagliati all’Enea per le consulenze. COMUNICATO STAMPA I 8 Aprile 2011 Continua il successo del 55 per cento. Gli incentivi per le ristrutturazioni edili a basso impatto ambientale chiudono il 2010 con un boom di domande, “salvando” un intero comparto dalla pesante crisi che sta investendo l’edilizia. A metà marzo, secondo le primissime anticipazioni, le richieste di sgravio fiscale arrivate all’Enea sono state circa 360mila, il 52% in più rispetto alle 237mila del 2009. Il dato è ancora parziale perché il termine ultimo per le istanze si è chiuso il 31 marzo scorso e il rapporto ufficiale non arriverà prima di maggio. «Il sistema va sempre meglio – commenta Giampaolo Valentini, responsabile dell’unità tecnica efficienza energetica dell’Enea – ma bisogna tener conto che il dubbio sulla continuità dei benefici ha spinto molti ad anticipare nel 2010 lavori che magari avrebbero fatto nel 2011». Il riferimento è all’ultima legge di stabilità che ha riconfermato il sostegno,dopo un lungo braccio di ferro tra Governo e associazioni, spalmando però lo sgravio fiscale su un periodo di 10 anni, anziché 5 come era previsto precedentemente. «Il boom di quest’anno – continua Valentini – è anche la dimostrazione che più il meccanismo è conosciuto più la gente lo usa». Nessuna sorpresa invece per quanto riguarda il trend delle richieste per la riqualificazione energetica. Anche nel 2010, secondo l’Enea, la sostituzione dei serramenti dovrebbe essere l’intervento più gettonato più o meno come l’anno precedente, ma i dati definitivi non sono ancora disponibili. Stando al rapporto 2009 – appena pubblicato sul sito dell’Enea – i serramenti hanno raccolto il 49% delle richieste di sostegno, seguiti dagli impianti di climatizzazione invernale (30%), i pannelli solari sono arrivati al 15%, in coda la coibentazione delle strutture opache orizzontali (4%) e verticali (2%).Tra le Regioni più attive spiccano Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, che insieme hanno inviato il60% delle richieste. Agli ultimi posti Molise, Basilicata, Calabria e Valle d’Aosta.Tirato un sospiro di sollievo per la riconferma del 55% per tutto il 2011, le aziende del settore già guardano al futurocon preoccupazione. In cima alla lista, la folata di tagli che sta già investendo il meccanismo di questi incentivi. All’appello mancano anche i fondi per le consulenze dell’Enea ai cittadini. Da qualche giorno sul sito dell’ente si legge un avviso che fa gelare il sangue ai produttori di materiali e impiantistica: «si tenga presente – si legge sul sito web dell’Enea – che l’orario di apertura è ormai ridotto a una mezz’ora al giorno, dal momento che questo servizio non dispone più di tecnici sufficienti a soddisfare la domanda degli utenti». «Siamo molto preoccupati – interviene Pietro Gimelli, segretario nazionale di Uncsaal, associazione confindustriale dei produttori di serramenti molto attiva nella campagna per la riconferma dei benefici – tanto da proporre all’Enea di finanziare di tasca nostra con altre associazioni le loro consulenze agli utenti. Ma tutta questa incertezza non fa bene al settore e in particolare alle aziende». Finora comunque il 55% è stato un’ancora di salvataggio per i produttori dei materiali e impianti interessati dallo sgravio fiscale che ha mitigato una crisi economica molto potente. «Il comparto serramenti continua Gimelli – chiude il 2010 con un decremento di fatturato dell’8 per cento. Se non ci fosse stato il 55% avremmo chiuso con un meno 15 per cento. Tutta la nuova produzione edilizia è ferma, il piano casa non è mai partito, mentre il 55% ha il pregio dei piccoli investimenti con piccoli contributi a livello ambientale e la prospettiva di un risparmio per le famiglie a lungo termine. Inoltre, in particolare nel nostro settore, ha dato la forza per accelerare un processo già in atto che senza il 55% sarebbe stato molto più lento, ovvero la diffusione di massa di prodotti ad alte prestazioni tecnologiche: siamo passati da un’utilitaria a una berlina in pochissimi anni. Se questi incentivi non fossero riconfermati abbiamo stimato che si perderebbe un miliardo di fatturato solo nei serramenti, ovvero poco meno nella metà dell’intero giro d’affari attuale». Buone performance anche per il settore della climatizzazione invernale. Secondo Assotermica il 2010 ha visto l’incremento del 19% per le caldaie a condensazione e del 18% per la condensazione a basamento. «Rispetto a un 2009 molto negativo, abbiamo notato una crescita – afferma Federico Musazzi, segretario generale di Assotermica -. Il meccanismo del 55% non è ancora ottimale, ma dopo tre anni si cominciano a sentire gli effetti positivi. Anche se i numeri della condensazione continuano a essere esigui se si tiene conto che in Italia abbiamo ancora sette milioni di caldaie precedenti al 1996. Se l’intento è quello di sostituire il parco caldaie, questi incentivi non sono sufficienti. Occorre anche uno snellimento della burocrazia e altre soluzioni, come per esempio l’ecoprestito, sperimentato con successo dal Comune di Milano». Maggiore considerazione per l’involucro è la richiesta che arriva dall’Anit,l’associazione nazionale per l’isolamento termico e acustico. «Noi vogliamo spingere sugli interventi di isolamento dell’involucro – annuncia Valeria Erba, presidente di Anit – che generalmente arrivano ultimi nella classifica delle richieste perché certamente più costosi. Le nostre aziende stanno puntando molto sulla ricerca allo scopo di mettere sul mercato materiali sempre più performanti a costi contenuti». Una ricerca sull’andamento del mercato dei materiali edili per l’isolamento termico e acustico è in corso di realizzazione da parte dei tecnici dell’Anit. Il lavoro verrà presentato durante il secondo convegno nazionale dell’associazione che si terrà in Puglia il prossimo ottobre. Infine, buoni risultati anche per il comparto del polistirene espanso, uno dei materiali maggiormente usati per l’isolamento. Secondo i dati forniti dall’Aipe (associazione aderente a Finco Confindustria), le tonnellate complessive sono passate da 140 a 143mila, grazie soprattutto ai “preformati” per l’edilizia. Il settore edile è passato complessivamente da 87,5 a 94mila tonnellate. Fonte: il sole 24 ore Ufficio Stampa MASTER Accessori per serramenti progettati per durare Email. ufficiostampa@masteronline.biz


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