E denuncia: “In Lombardia e in tutta Italia le facciate ampiamente vetrate non si possono più fare. Il paradosso è che abbiamo produttori di facciate vetrate tra i primi al mondo che non possono, di fatto, operare nel nostro Paese ma solo all’estero”. La pubblicazione del Decreto dell’8 marzo n. 2456/2017 da parte di Regione Lombardia contenente sempre più complesse modalità di valutazione del coefficiente H’T ha riportato nuovamente alla ribalta il problema di questo descrittore. Introdotto dal Decreto Requisiti Minimi l’H’T con i suoi coefficienti di trasmittanza termica irraggiungibili (vedi tabella in basso) abolisce nel nostro paese le facciate ampiamente vetrate e rischia di far vivere gli italiani dentro case con poche e piccolissime finestre. Saremmo l’unico paese al mondo a godere di questo ‘privilegio’. Mentre le architetture moderne in tutto il mondo vanno in tutt’altra direzione: la trasparenza, naturalmente declinata assieme al comfort ambientale, all’isolamento termico e alla sostenibilità. Dopo l’ing. Valeria Erba, presidente di ANIT, interviene qui il prof. ing. Paolo Rigone, direttore tecnico di Unicmi, che così si esprime: “Per il mondo dell’involucro vetrato e del serramento non cambia nulla, purtroppo. In Lombardia e in tutta Italia le facciate ampiamente vetrate non si possono più fare. Questa è la triste constatazione. Anzi, la materia sta diventando sempre più intricata e il testo del decreto lo dimostra chiaramente dando la netta impressione che gli estensori si arrampichino …sui vetri pur di uscirne in qualche modo. Capiamo benissimo che i tecnici di Regione Lombardia si muovano dentro i paletti prefissati dai Decreti ministeriali del 26 giugno 2017, ma lo sforzo interpretativo fatto dalla Regione è senza dubbio rivolto a cercare “soluzioni” e “vie di uscita” più per la casistica degli edifici di tipo residenziale, piuttosto che per il patrimonio edilizio (sia di nuova costruzione che esistente) caratterizzato da ampie superfici vetrate. A distanza di due anni dalla loro emanazione è evidente che i limiti posti dai decreti per l’H’T sono irragionevoli, antieconomici e direi ‘antitecnologici’ nonché di difficilissima applicazione, dando la netta sensazione che chi li ha voluti abbia voluto eliminare dal nostro paese l’architettura moderna che da 70 anni, e forse più in tutto il mondo, è segnata dalla presenza di grandi superficie vetrate. Il paradosso è che in Italia vi sono numerosi produttori di facciate vetrate tra i primi al mondo che non possono, di fatto, operare nel nostro Paese ma solo all’estero. Abbiamo proposto al Ministero dello Sviluppo economico l’eliminazione tout court del coefficiente H’T o un innalzamento ragionevole dei valori limiti, adottando, ad esempio, i criteri che vigono in Germania, ma non c’è stato nulla da fare. I tecnici ministeriali dicono che si tratta di un problema politico e alla politica va chiesto di cambiare il decreto. È chiaro che ora il nostro impegno sarà tutto indirizzato all’eliminazione del coefficiente H’T, come del resto propone anche la presidente di ANIT ing. Valeria Erba che ringraziamo per la sua presa di posizione, anche se credo sarà molto difficile avere una altrettanto chiara posizione da parte del CTI in tale direzione”. Fonte: Guidafinestra
Comunicato stampa
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